“Domani, un altro giorno” è un nome curioso per un gruppo.
L’associazione diventa automatica se si pensa al brano conosciuto, quello interpretato dalla Vanoni, ma in questo caso viene amputato della particella verbale. Tecnicamente, dovrebbe definirsi ellissi, qualcosa che può essere omesso e nello stesso tempo sottinteso. Dovremmo dire domani è un altro giorno, e invece gli forniamo qualcosa su cui affidare una sospensione emotiva senza per questo perdere funzionalità.
Sappiamo che domani è un altro giorno, siamo certi, ma, lasciando una virgola di attesa certa, sappiamo anche che domani avremo le stesse esigenze di ieri e di dopodomani.
Sono queste esigenze che hanno creato una tensione affettiva tra chi ha voluto questo gruppo, blog, luogo virtuale di incontro, e provo qui ad elencarle:
– fame, fame vera di argomenti, di temi, di idee su cui trovare attenzione e discussione;
– metodo di ricerca delle fonti, perché questo è il problema: siamo soffocati di possibilità in un mare di reti e post che possono dirci tutto e il contrario di tutto. Chi ha ragione? O meglio, chi ha affrontato il tema della verità trovando delle ragioni? Troviamole insieme queste ragioni;
– “conoscere per deliberare”; una conseguenza dei due punti precedenti, la parola che diventa azione e momento per scegliere o prendere posizione, e per questo abbiamo esempi e modelli, come quello di Leonardo Sciascia;
– diritti, libertà e democrazia non sono bandiere, sono punti cardinali, scelte, punti anche sofferti, sui cui contraddirsi o su cui segnare la strada; questa strada si può percorrere in solitaria o affrontarla in compagnia.
Noi vogliamo con questo spazio tentare la seconda ipotesi.
[Alex Zopegni vive a Lisbona e fa il fisioterapista]